Consapevoli del fatto che ogni occasione pubblica o manifestazione in
favore di una mobilità alternativa è assolutamente positiva e va vista
come un’opportunità, ci sentiamo in obbligo di muovere necessarie
critiche.
In concomitanza con il calderone della manifestazione “Salvaiciclisti”
(le cicliste possono pure morire) è arrivato anche il coperchio
politico e mediatico degli amici della bicicletta ma solo della
domenica: tutte e tutti i politici si schierano a favore dei ciclisti
e delle cicliste; peccato che nessun* di loro vada in bicicletta! Come
al solito qualcuno decide per noi che in bici ci andiamo non solo di
domenica.
Tra occhiolini più o meno confusi la banda di Alemanno & soci ha
abbracciato la causa. In quasi 5 anni di giunta non solo non è stata
realizzata nemmeno l’ombra dei quasi 1000 km (cfr. Piano quadro
ciclabilità del Comune di Roma di Marzo 2010) di piste ciclabili
promesse, ma anzi si è ostacolata ogni forma di mobilità alternativa.
Nel frattempo il trasporto pubblico Atac aumenta il prezzo del
biglietto e gli orari della metropolitana continuano ad essere ridotti
e incompatibili con la intermodalità metro+bici.
Da troppo tempo questa città è ostile ai ciclisti e ai pedoni, a causa
del predominio e della prepotenza delle automobili ma soprattutto
della miopia delle amministrazioni, questa come tutte le precedenti.
Con che faccia tosta ora politici e amministratori, dopo decenni di
latitanza, aderiscono ad una manifestazione che nasce proprio a causa
della loro inattività?!
Per anni la politica si è dimenticata dei/le ciclist*: non è certo un
business che frutta come quello dell’automobile.
Basti pensare alle accise sul carburante, al giro di affari delle
autostrade e della più grande industria italiana sovvenzionata dallo
stato: la Fiat!
Per non parlare poi degli affari connessi all’industria dei motori e
del petrolio: ad esempio qualcuno si ricorda la guerra in Iraq? E
qualcuno sa cosa accade oggi in Libia?
Quanti soldi sono stati spesi dallo stato per sostenere l’uso
dell’automobile tramite l’ipocrisia degli “eco-incentivi”, a discapito
di treni e mezzi pubblici? Questo a meno che non si tratti di
mastodontiche cattedrali nel deserto come la nuova stazione tiburtina
o il TAV!
Riteniamo che le richieste avanzate da Salvaiciclisti non rispecchino
le reali esigenze di chi usa la bici come mezzo di trasporto
quotidiano, né saranno determinanti per una radicale svolta nella
mobilità urbana. Sottolineiamo che gli 8 punti del manifesto di
Salvaiciclisti sono stati copiati parola per parola dal manifesto
della campagna “Cities Fit for Cycling”, trascurando le enormi
differenze in fatto di mobilità tra l’Italia e il resto dell’Europa,
infrastrutturalmente e culturalmente.
Ad esempio:
– non concordiamo con l’idea che debbano essere i privati a
sponsorizzare le piste ciclabili, poiché sarebbe solo un’ulteriore
apertura alla speculazione;
– non è chiara l’utilità di un commissario alla ciclabilità: la
mobilità alternativa non dovrebbe rientrare in una gestione
emergenziale, bensì dovrebbe rientrare nelle competenze ordinarie di
una seria amministrazione cittadina;
– i 500 incroci più pericolosi d’Italia su cui intervenire non
basterebbero nemmeno alla sola città di Roma.
E sono solo alcuni esempi.
Alcune delle reali esigenze su cui ci interessa intervenire sono:
– rendere subito pista ciclabile parte della corsia di destra di tutte
le strade con più di una corsia, e realizzare una vera rete di piste
ciclabili;
– riduzione consapevole della velocità delle automobili;
– rendere agevole l’utilizzo combinato di bici e mezzo pubblico, con
la possibilità di portare la bicicletta in metro a qualsiasi ora e
senza sovrapprezzi, magari in appositi vagoni come già avviene in
altre città europee;
– rendere efficiente e gratuito il trasporto pubblico;
– incentivare l’uso della bicicletta rendendo la città a misura di
ciclista, allestendo rastrelliere coperte e docce nei posti di lavoro o di
studio, ed auspicando un tessuto urbano non disgregato.
Tutto ciò rimarrà infelicemente sulla carta finché non ripenseremo
tutti il concetto di spostamento individuale e collettivo, quindi di
mezzi di trasporto, cambiando quotidianamente le nostre abitudini e
pretendendo città adeguate alla scelta di spostamenti non motorizzati.
Non accettiamo che la campagna elettorale per le elezioni comunali si
faccia sui nostri pedali, pertanto invitiamo tutt* a discuterne
insieme MARTEDI’ durante le GRAZIELLIADI alle ore 20, al Vecchio
edificio di Fisica alla Sapienza.
trasporto pubblico gratuito?