Ciclofisica 'Roberto Perciballi'
BASTA AUTO! BASTA ARMI! BASTA AUTO! BASTA CHIESE! BASTA AUTO! BASTA TUTTO!
IN MEZZO A TUTTO QUESTO TRAFFICO, QUALCOSA SI MUOVE…
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Stanco di respirare lo smog di questa città?
Stanco di essere sequestrato in macchina in mezzo al traffico?
Anche oggi l’ autobus è strapieno e più lento di una lumaca?

Tranquillo: c’è chi sta lavorando per la tua mobilità!
Si svolge oggi a Roma la 67ma Conferenza del Traffico e della Circolazione organizzata dall’Automobile Club d’Italia, che sostiene e difende i diritti degli automobilisti per una mobilità efficiente.

Ma guardati intorno!
Cos’è il traffico intorno a te? Automobili!
Dove sei rinchiuso per ore ogni giorno? In automobile!
Dove butti un terzo dello stipendio? In ricambi e carburante per l’automobile!
Non è una contraddizione lampante che la soluzione al problema mobilità sia ancora l’auto (seppur ecologica, economica, ergonomica…)? Non è strano che la soluzione proposta sia proprio la causa del problema?

L’ACI afferma che l’auto è uno strumento di libertà individuale.
Esattamente quella libertà di stare inscatolato nel traffico nella tua bellissima auto con minibar e tv. Al contempo diventa vincolo per la collettività, causa della tua immobilità, fonte di disagio e rischio per i pedoni che non hanno più marciapiedi, e di squilibrio sociale proporzionale alla taglia degli pneumatici.
Anche il falso miraggio dell’auto elettrica, tanto cara ai profeti della “green economy”, è solo un palliativo! Continua ad essere un mezzo metallico ingombrante e pesante mille kg che va spostato nel traffico per muovere spesso solo una persona (meno di cento kg di carne già perfettamente semovente) utilizzando enormi quantità di energia. Da dove arriva l’energia elettrica che utilizzi per caricare le batterie? Pensi davvero che sia ad emissioni zero?! In più rimane comunque un’altra auto, con tutti i suoi problemi di spazio, tempo, traffico, isolamento, parcheggio
Difendere l’auto come principale mezzo di trasporto in città vuol dire stimolarne l’abuso, anziché liberare spazi e mezzi pubblici dalle lamiere che intasano le nostre città!

Roma è uno degli esempi lampanti: da un lato si partecipano tavoli di lavoro sulla smart mobility, dall’altro si disincentiva il trasporto pubblico (ad esempio dismettendo le corsie dedicate e aumentando i prezzi dei biglietti a fronte di un servizio purtroppo sempre della stessa bassa qualità), non si incentiva, anzi si ignora, chi fa della bicicletta il proprio mezzo di trasporto quotidiano (ad esempio continuando a progettare e riammodernare strade non pensando alle bici, non considerando -se non in modo ridicolo- la realizzazione di intermodalità realmente efficaci bici-metro-treno-bus, ignorando nei fatti il problema dell’incolumità dei ciclisti urbani in strade che somigliano troppo spesso ad autostrade). Questo in politiche urbanistiche che si fondano su un’espansione cieca, senza prevedere alcuna forma di collegamento fra vecchie e nuove aree urbane, rendendo a volte inevitabile l’uso dell’automobile, per di più su arterie già profondamente intasate.
E ancora si sventola la bandiera di mobilità conveniente e sostenibile con l’arrogante sberleffo di proporre l’innovazione della politica dei trasporti per rinnovare la città?! E’ un film già visto!
Tutto ciò passando per interventi e investimenti strutturali che non riguarderanno nessuno di noi che questo modello di città lo subiamo ogni giorno, ma anzi sarà, per i soliti noti, una nuova opportunità di profitto, ora sotto il vessillo della “green economy”, speculando ancora sulla salute di un territorio e della sua popolazione.

Una soluzione esiste da duecento anni, coetanea dell’automobile: si chiama bicicletta!
Dicono L’auto è sotto attacco? Noi rispondiamo Finalmente!

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